Londra-New York in 54 minuti: il sogno dei tunnel transatlantici ad alta velocità

Al momento, servono circa otto ore per attraversare l’Atlantico e volare da Londra a New York. Ma i tunnel transatlantici promettono di rivoluzionare questa esperienza: 54 minuti. È il tempo che impiegherebbero i treni sospesi a levitazione magnetica viaggiando nel vuoto, a una velocità di quasi 5.000 miglia orarie. Un sogno ambizioso, futuristico e, per molti, ancora lontano, ma già capace di attrarre l’attenzione – e i capitali – di imprenditori visionari come Elon Musk.
L’idea, in realtà, affonda le sue radici all’inizio del XX secolo. Fu Robert Goddard, scienziato e ingegnere, a concepire il primo “vactrain”: un treno capace di muoversi all’interno di tubi a bassa pressione, minimizzando l’attrito con l’aria e viaggiando su cuscini d’aria o levitazione magnetica. Diversi prototipi e studi si sono succeduti nel corso del ‘900, ma problemi tecnici ed economici hanno sempre rallentato – o bloccato – lo sviluppo. Solo tra il 2012 e il 2013, con Elon Musk e il progetto Hyperloop One, l’idea ha riacceso l’interesse globale. Musk voleva collegare la Costa Occidentale europea alla Costa Orientale americana. Ma anche questo progetto si è arenato.
Il principio è semplice, almeno sulla carta: far viaggiare veicoli pressurizzati in tunnel sotterranei a bassa pressione, praticamente nel vuoto. In assenza di attrito con l’aria, questi “pod” possono raggiungere velocità impressionanti, oltre i 1.600 km/h, con una drastica riduzione dei tempi di viaggio e delle emissioni rispetto agli aerei. Il tutto grazie a sistemi di levitazione magnetica che tengono sospesi i treni evitando ogni contatto con i binari.
Nonostante l’enorme potenziale tecnologico ed ecologico, la strada è ancora lunga. Il costo stimato per realizzare un tunnel transatlantico si aggira intorno ai 20 miliardi di dollari, rendendolo uno dei progetti infrastrutturali più costosi e complessi mai concepiti. Inoltre, le sfide tecniche non sono da poco: mantenere la pressione stabile in un ambiente chiuso, garantire la sicurezza a grandi profondità e gestire la manutenzione di una struttura sottomarina lunga migliaia di chilometri.
Intanto, il mondo non sta fermo. In Europa, il Fehmarnbelt Fixed Link – un tunnel sottomarino tra Danimarca e Germania – è in costruzione a 40 metri sotto il Mar Baltico. Con i suoi 18 chilometri di lunghezza, sarà il tunnel sottomarino più lungo del mondo, capace di ridurre il tempo di viaggio da 45 a 7 minuti. Inaugurazione prevista nel 2029, ma i lavori sono iniziati nel 2008, segno che anche progetti “più modesti” richiedono decenni di lavoro.
Nel frattempo, si lavora anche al collegamento tra Inghilterra e Irlanda con un tunnel simile, mentre diverse nazioni stanno investendo nello sviluppo di treni a levitazione magnetica. Finora, però, nessun sistema è stato testato su larga scala, e il passaggio da laboratorio a realtà resta il vero banco di prova.
Il treno sospeso nel vuoto non è più solo fantascienza. È un sogno possibile, alimentato da visioni avveniristiche, investitori audaci e tecnologie all’avanguardia. Ma è anche un progetto colossale, che richiede tempo, denaro e volontà politica.
Per ora, i tunnel transatlantici restano un simbolo del futuro che vogliamo – o temiamo – costruire: ultra-veloce, sostenibile, interconnesso. La domanda è solo una: quanto siamo disposti ad investire per trasformare un viaggio di otto ore in un viaggio da 54 minuti?