Salute: l'escissione delle lesioni cutanee
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L'escissione delle lesioni cutanee è una pratica comune nell'ambito della chirurgia plastica, utilizzata per rimuovere lesioni che possono essere sospette o semplicemente fastidiose. Quando un dermatologo consiglia l'asportazione di una lesione cutanea, i pazienti vengono indirizzati a una visita con un chirurgo plastico, che discuterà le diverse opzioni per l’intervento.
La tipologia di escissione dipende dalla natura della lesione. Se questa presenta segnali di malignità, come nel caso di nevi sospetti o altre formazioni cutanee atipiche, l'asportazione avverrà a tutto spessore. Questo approccio permette di rimuovere l'intera lesione, che viene poi inviata per l'esame istologico al fine di determinare la sua natura. Al contrario, le lesioni che non destano preoccupazioni, come quelle peduncolate che si formano in aree di frizione, possono essere trattate con un metodo meno invasivo, come lo shaving, che rimuove solo la parte superficiale della lesione. In questi casi, la guarigione avviene per seconda intenzione, senza necessità di punti di sutura.
L'esame istologico dei tessuti asportati viene solitamente effettuato in laboratorio e i risultati sono disponibili entro una o due settimane. In caso di necessità di ulteriori accertamenti, i pazienti verranno informati tempestivamente. L'esame istologico è fondamentale quando vi sono sospetti clinici di malignità, mentre per lesioni benigne, come le cisti sebacee, non è generalmente necessario.
Per quanto riguarda l’anestesia, la maggior parte delle escissioni avviene in anestesia locale, tramite iniezioni di lidocaina con adrenalina. L'effetto anestetico dura circa 1-2 ore, e la sensibilità nella zona trattata torna gradualmente a normalizzarsi dopo l'intervento. È importante che i pazienti evitino di mangiare o bere bevande troppo calde nelle ore successive all’intervento, in particolare se la lesione è stata trattata a livello orale.
Durante l’intervento, i chirurghi utilizzano punti di sutura che possono essere riassorbibili o non riassorbibili, a seconda della regione anatomica e dello stile di vita del paziente. I punti non riassorbibili vengono rimossi durante il follow-up, generalmente una o due settimane dopo l'intervento.
Le cicatrici, inizialmente visibili e arrossate, attraversano una fase di maturazione che può durare fino a un anno. Nei primi mesi, la cicatrice può apparire più indurita, ma con il tempo diventa più morbida e meno evidente. Per migliorare l’aspetto della cicatrice, è consigliato massaggiarla e idratarla, e nel caso di cicatrici particolarmente evidenti, come quelle cheloidee, possono essere prescritti trattamenti a base di silicone o gel specifici.
Nel post-operatorio, è essenziale mantenere le ferite asciutte e pulite, evitando ambienti umidi che potrebbero favorire la riapertura della cicatrice. Nei casi di lesioni localizzate in zone che si lavano frequentemente, come il volto o il cuoio capelluto, è possibile procedere con un lavaggio delicato, evitando l’uso di prodotti troppo schiumogeni o acqua troppo calda.
Il follow-up post-operatorio è cruciale per monitorare la guarigione della cicatrice e intervenire tempestivamente in caso di necessità. Una volta confermata la guarigione, il paziente può iniziare a massaggiare la cicatrice per favorirne la maturazione.
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