Accademici britannici contro la cancel culture: nasce il "London Universities Council for Academic Freedom"
In un tentativo di difendere la libertà di espressione, oltre cento accademici provenienti dalle migliori università londinesi hanno unito le forze per istituire il "London Universities Council for Academic Freedom". Nonostante l’importanza dell’atto, solo il Telegraph ne ha parlato. Sicuramente l’iniziativa merita ulteriori riflessioni. L'ente, composto da eminenti professori di istituzioni accademiche di prestigio come l'University College London (UCL), il King's College London, l'Imperial College London e la London School of Economics (LSE), si propone di fronteggiare la cancel culture e la censura delle opinioni ritenute "sgradite".
Il "London Universities Council for Academic Freedom" è descritto sul suo sito web come un'organizzazione apartitica guidata dal mondo accademico, impegnata a sostenere la libertà accademica. La sua missione è facilitare la collaborazione tra accademici all'interno delle università di Londra per sviluppare, condividere e sostenere le buone pratiche, fornendo aiuto reciproco e solidarietà per preservare la libertà accademica nelle istituzioni educative e oltre.
Il principio della libertà accademica è enfatizzato come essenziale per perseguire la conoscenza e la verità, pilastri fondamentali dell'istruzione superiore. Gli accademici sottolineano che la libertà di condividere, discutere e sfidare le idee è cruciale sia per l’Istruzione che per la Ricerca. La creazione del Council si presenta come una risposta alle crescenti preoccupazioni riguardo al progressismo politicamente corretto che ha limitato la libertà accademica, in particolare su temi quali razza, genere e politica.
A inizio anno, negli Stati Uniti, è stato istituito l'Harvard Council on Academic Freedom, che ha ispirato l'iniziativa londinese. Nel loro manifesto, i membri del Council esprimono la convinzione che le università debbano sostenere il pluralismo e promuovere un impegno ponderato con una vasta gamma di punti di vista. Le istituzioni accademiche, affermano, non dovrebbero assumere posizioni istituzionali su questioni controverse. Incoraggiano una discussione aperta, onesta, coraggiosa e ragionata di idee controverse, sia dentro che fuori dalla classe, nel rispetto delle persone anche quando non si condividono necessariamente le loro convinzioni.
Il professor John Armstrong, co-fondatore del gruppo londinese e docente di Matematica Finanziaria al King's College, sottolinea che non si tratta solo di una questione politica di destra o sinistra, ma di garantire che gli accademici di qualsiasi orientamento politico possano esplorare idee controverse senza timore di ripercussioni sulla propria carriera. La professoressa Alice Sullivan, altra co-fondatrice e esperta di Sociologia presso l'UCL, ribadisce l'importanza di questa iniziativa, sostenendo che gli accademici devono essere i primi a difendere la libertà di espressione, soprattutto in un contesto in cui i casi di autocensura diventano sempre più frequenti.
Il gruppo è stato presentato ufficialmente al pubblico il 20 Novembre presso la London School of Economics. I fondatori sono Alice Sullivan, John Armstrong e Lucinda Platt. Il lancio dell'iniziativa arriva in un contesto in cui la libertà di parola negli atenei statunitensi e britannici è sempre più discussa e contestata. Il Telegraph riporta diversi casi controversi, tra cui accademici del King's College London di sinistra che si sono rifiutati di condannare Hamas, esclusioni di personale bianco dalle lezioni di tai chi e controversie sulla "decolonizzazione" della matematica.
In un panorama accademico in cui termini religiosi vengono sostituiti e ambasciatori costretti a fuggire dai campus a causa di proteste, il "London Universities Council for Academic Freedom" emerge come un tentativo significativo di porre un argine alla cancel culture e preservare la libertà di espressione nelle istituzioni educative.