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Brexit: Sunak rivaluta gli studenti-lavoratori per aiutare l'Economia

Potrebbero sopperire all'assenza di 1,3 milioni di posti di lavoro
Scritto da Nuto Girotto il . Pubblicato in Notizie.
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Si sa, la Brexit ha portato con sè penuria di lavoratori in alcuni settori chiave dell'Economia. Il Governo, alle prese con il problema, ha avanzato una proposta.

Il Primo Ministro Rishi Sunak sta rivalutando la figura dello studente-lavoratore, soprattutto quella rappresentata dagli studenti esteri. In una ipotesi verosimile questi potrebbero, in parte, sopperire all'assenza di 1,3 milioni di posti di lavoro (per inciso 500mila in più del periodo pre-pandemia) causata dagli effetti della Brexit. Sunak avrebbe previsto l'aumento del totale di ore di lavoro per gli studenti stranieri a 30 ore settimanali, con l'ipotesi di eliminarlo definitivamente. L'obiettivo è aiutare i settori in forte difficoltà come quello dell'hospitality e del retail.

Un provvedimento simile potrebbe persino incentivare studenti stranieri a proseguire i loro percorsi universitari nel Regno Unito, dando loro la possibilità di lavorare stabilmente. Al momento, infatti, visti i costi proibitivi di iscrizione all'università e della vita, il numero di studenti stranieri è drasticamente diminuito, a Londra si è persino dimezzato. C'è da dire però che questa non può essere una soluzione definitiva, dato che gli studenti, tendenzialmente, alla fine degli studi se ne vanno o, perlomeno, cambiano ambito lavorativo.

Sul tema si è espresso anche Alessandro Gaglione, Presidente del Comites di Londra, il quale ha affermato che "da un lato darebbe la possibilità a chi viene a studiare in un Paese molto costoso di avere un reddito" e "non deve diventare un piano B improvvisato, in cui siccome non si trova nessun altro, si finisce col far lavorare gli studenti". Ha aggiunto che "un conto è arrotondare e un altro è lavorare a tempo pieno. Come Comitato, dobbiamo tutelare gli interessi dei connazionali, quindi monitoreremo l’evolversi di questa proposta".

La proposta, tuttavia e sicuramente, non darebbe concrete risposte in ambito sanitario: trattandosi di un settore specializzato, difficilmente degli studenti potrebbero lavorarvi. Non è questa la risposta adeguata, maggiormente perchè l'NHS si ritrova a fare i conti con tutta una serie di problemi strutturali.